23 maggio 2012

Le terre alte nei mesi delle ombre lunghe

In generale i mesi invernali non richiedevano ritmi di lavoro faticosi. Le terre alte si richiudevano in sè stesse, concentrate sulla sopravvivenza.
Il calendario del contadino
Le giornate corte costringevano a passare molto tempo fra le mura domestiche, di
solito riuniti nell'unica stanza riscaldata dell'abitazione oppure a tirar tardi nella stal-
la, dove si poteva far filò sfruttando il calore naturale degli animali. Erano i mesi dedi-
cati ai lavori domestici stagionali: la filatura, la tessitura, il confezionamento degli abi-
ti, la costruzione di accessori e mobili per la casa. Si uccideva il maiale e lo si trasfor-
mava in salsicce, salami, speck (molto diverso da quello attuale), lardo. C'era tempo
per dedicarsi alla caccia nei boschi. Le giornate di fine-inizio anno erano impegnate
dalla preparazione delle cerimonie religiose, che spesso inglobavano usi e credenze
di ascen
denza pagana. L'attività più impegnativa, faticosa e pericolosa dei mesi in-
vernali era il trasporto a valle dei tronchi ricavati dal taglio degli alberi d'alto fusto.
● L'anno si apriva con il lavoro di preparazione dei campi e dei prati falciabili. Occorreva innanzitutto concimarli spargendo il letame prodotto dagli animali della stalla.
Per il trasporto si usavano grandi ceste in vimine intrecciato.
● Approfittando della crosta por-tante della neve, si utilizzavano slitte trainate da cavalli anche per per il trasporto a strascico di fieno e legname. Anche le provviste di legna da ardere dovevano essere rinnovate.
● Se si partiva presto, per andare a prendere, per esempio, fieno o legname, il pomeriggio rimaneva per lo più libero; oppure, se la mattina era molto freddo, si poteva starsene per una oretta a scaldarsi in casa e altrettanto nel pomeriggio. In ogni caso, andavano fatte - il mattino e la sera - le operazioni di pulitura della stalla e bisognava occuparsi dell'alimentazione e della mungitura delle mucche.

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