28 luglio 2012

L'alpeggio estivo di vacche, manze e vitelli

La monticazione estiva dei bovini seguiva schemi che si ripetevano con piccole differenze nell'intero arco alpino. Notizie e termini qui usati sono tratti dalla tradizione del Vanoi, piccola ed isolata realtà di valle nei Lagorai trentini.
La casara di Malga Miesnotta di Sopra, con Cima Cece sullo sfondo. 
La conduzione dei bovini all'alpeggio: a metà giugno le riserve di foraggio sui pradi scarseggiavano e i contadini attendevano il caricamento delle malghe (montegàr).
L'intera famiglia era mobilitata per il trasferimento, in particolare i bambini, che iniziavano così a conoscere il territorio.
Ci si svegliava con il buio, ad ogni animale veniva allacciato un collare con campanaccio (brondìn se rotondo e di bronzo).
La salita ai pascoli alti avveniva senza forzare il passo delle bestie; con ritmo lento e continuo, pascolando sulle praterie e nei boschi e camminando sui viàdi, le piste aperte sul terreno dai continui passaggi di bestiameUna volta arrivate all'alpeggio gli animali venivano consegnate al vachèr (le vacche) e al mandèr (i vitelli e le manze). Di notte e in caso di forti temporali la mànde venivano inaiàte, cioè concentrate al riparo di alberi o di depressioni del terreno. La mandria era condotta dai mandèri e dai loro cani da pastore.
La malga: campìgol, masiére, ròde e viàdi. A monte di un'alpeggio c'era sempre il bòsc, bosco di protezione contro le slavine che serviva per la manutenzione della casèra, dello stalòn e per la legna da ardere. Si poteva disporre così di una buona riserva evitando il faticoso recupero dalle quote inferiori.

Vacche, manze e vitelli in malga: il sistema di pascolo delle vacche è diverso da quello di manze e vitelli. Le vacche devono essere munte ed hanno la stalla (el stalòn) o il prato della malga (campìgol) come base fissa di partenza e di arrvivo da cui raggiungere le diverse superfici pascolabili capaci di alimentare la mandria per un giorno (disnàri). Ogni malga aveva un proprio ciclo di disnàri. Il loro corretto sfruttamento a rotazione dipendeva dalla bravura del vachèr (capo dei pastori) e influiva sulla sull'andamento della produzione di latte. Manze e vitelli, invece, possono attuare una turnazione continua dei pascoli che nell'ambito di una stagione si ripete per almeno due volte.
Il trasporto a valle di burro, formaggio e ricotta: i prodotti non ritirati in malga dai proprietari venivano trasportati in paese per la vendita. Il formaggio veniva conservato in malga fino a fine stagione per assicurarne la cura giornaliera (regonar el formai). Il burro, più deperibile, veniva portato in valle ad intervalli di qualche settimana. Le forme di formaggio erano impilate e trasportate dentro sacchi legati su una slitta (sloiza) trainata da asini e guidata da uomini. Il burro era stoccato in apposite casse montate a bilancia sul dorso degli asini. Quando faceva troppo caldo il burro veniva avvolto in foglie di Rumex (slavàze) e portate giù nelle prime ore del mattino.

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