16 aprile 2016

Le grandi botti da vino

La botte di legno è stata un’invenzione dei Celti, abitanti del Nord e delle foreste, gente provetta nel lavoro d'ascia.
le grandi botti da vino
Una grande botte conservata a Salorno, una d'inizio Novecento tratta dal Web e una
serie di botti da conservazione in legno. Le botti più grandi furono costruite in Ger-
mania nel diciottesimo secolo. Una botte gigantesca, con una piccola pista da ballo
sopra, si può ammirare tuttora nella città germanica di Heidelberg. Le doghe anda-
vano ricavate da legni perfettamente stagionati ma non v'era una predilezione as-
soluta per il rovere (come avvenne poi con l'adozione della barrique). Anche la mo-
desta casa rurale conserva traccia dell'importaznza della botte di grandi dimensio-
ni; spesso gli stipiti dell eporte erano appositamente sagomanti per favorire il pas-
saggio di  botti "sovradimensionate".
Come racconta Plinio, i Galli usavano i tini di legno per non far gelare il vino durante l'inverno. Ma va anche detto che le botti erano molto più robuste delle anfore romane in terracotta.
Inoltre, grazie alla maggior sezione del cerchio mediano rispetto alla base ed al coperchio, era facile farla rotolare ruotare agevolmente.
La botte si diffuse quindi come recipiente da trasporto, di piccola e media dimensione.
Successivamente si costruirono botti sempre più grandi, anche grazie all’adozione della cerchia-tura in ferro, destinate a rimanere fisse nelle cantine non solo come recipienti per la vinificazione (in questo caso era spesso preferito il tino tronco-conico) ma anche come attrezzatura specifica per la conservazione del vino.
Nella prima fase della sua storia la botte di legno era considerata semplicemente un contenitore sano ed affidabile, ma senza particolare importanza per la qualità del vino, per cui si utilizzavano diversi tipi di legno. Nel Novecento, a partire dagli anni Settanta e Ottanta, il legno venne sostituito da altri più stabili e asettici, a partire dall'acciaio inossidabile, che oggi è il materiale più diffuso.

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