13 gennaio 2017

Le botti e le barrique

Solo nel diciannovesimo secolo ci si accorse che il vino conservato nei grandi legni era diverso da quello delle botti piccole.
La barrique è una botte che i cantinieri considerano piccola, da 225 litri (barrique
bordolese) oppure da 228 litri (barrique borgognotta) che nacque come recipiente
da trasporto: i negozianti di Bordeaux caricavano le barriques piene di vino nelle
stive delle navi in partenza per l'Inghilterra. La barrique è quindi la moderna erede
delle botti da trasporto degli antichi Galli. In foto un'incastellatura con la bilancia
a stadera per pesare le barrique al museo di San Miche all'Adige.
Gli effetti sul vino sono, infatti, diversi a seconda che si utilizzi una botte grande (tonneau) o una più piccola barrique.
Il vino che riposa in botte subisce innanzitutto l'azione del legno e dei suoi composti, che si sciolgono nel vino grazie al lungo contatto con le pareti della botte; inoltre subisce  anche l'azione dell'evaporazione attraverso la porosità del legno.
Una botte grande avrà in proporzione una superficie minore rispetto ad una piccola; questo comporta che usando una barrique possono essere diminuiti i tempi di affinamento del vino rispetto alla botte grande.
Nella scelta del legno oggi, subito dopo il rovere francese, per qualità segue quello proveniente dalla Slavonia, particolarmente utilizzato nelle zone vinicole italiane del nord-est grazie anche alla vicinanza, sia storica che geografica, della regione danubiana.
Di anno in anno il legno diventa più tannico e aspro a scapito dei suoi aromi, e a lungo andare il vino invece di trovarne giovamento rischierebbe di comunicare una sensazione di sgradevole astringimento.
Così ogni botte, non appena svuotata dal vino che andrà a riempire le bottiglie, viene pulita e lavata attentamente, così da evitare accuratamente il prodursi di muffe. Potrà essere usata ancora una seconda volta, massimo una terza; è raro che vini di qualità vengano fatti affinare nella stessa botte per tre volte.

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